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YouTube e la policy di monetizzazione: stretta su “AI slop” e contenuti inautentici

Di Cecilia Agostini 16/07/2025

Dal 15 luglio 2025, YouTube ha introdotto un importante aggiornamento alle proprie politiche di monetizzazione, con l’obiettivo di contrastare l’aumento di contenuti generati automaticamente con l’intelligenza artificiale e privi di reale valore aggiunto. L’iniziativa, parte di un più ampio sforzo per mantenere elevata la qualità della piattaforma, segna una stretta significativa contro i cosiddetti “AI slop”: video realizzati in serie con voci sintetiche, immagini riciclate e assenza di intervento umano creativo.

La piattaforma ha ridefinito le linee guida del YouTube Partner Program (YPP), chiarendo che i contenuti considerati “inautentici” — ovvero ripetitivi, impersonali e mass‑produced — non saranno più idonei alla monetizzazione. Tra questi rientrano, ad esempio, slideshow generati automaticamente con voice-over robotici, video riutilizzati da altri canali senza modifiche editoriali e produzioni quasi identiche pubblicate in serie sullo stesso canale.

Secondo alcune analisi di settore, i contenuti “AI slop” hanno conosciuto una crescita esponenziale nel 2024 e nella prima metà del 2025, raggiungendo milioni di visualizzazioni e generando preoccupazioni sia tra gli utenti che tra gli inserzionisti. In risposta, YouTube ha deciso di intervenire per salvaguardare la sostenibilità della piattaforma, la soddisfazione del pubblico e la credibilità del sistema pubblicitario.

La piattaforma ha sottolineato che i contenuti ripetitivi o prodotti in serie sono già da anni non idonei alla monetizzazione. La policy è stata quindi aggiornata in risposta alla crescente diffusione di strumenti di generazione automatica. L’intento è diminuire la proliferazione di video “di bassa qualità”, poiché spesso percepiti dagli spettatori come spam, e tutelare al tempo stesso i creator autentici.

Tuttavia, Youtube ha chiarito che l’uso dell’intelligenza artificiale non è vietato: può anzi rappresentare uno strumento utile per migliorare la produzione, ottimizzare il lavoro o sperimentare nuovi formati. La discriminante resta il valore aggiunto: i contenuti devono offrire un apporto umano originale, che si traduca in creatività, analisi personale, editing significativo o narrazione autentica.

Reazioni dalla community confermano uno scenario polarizzato, con molti creators preoccupati per il futuro dei canali faceless e automatizzati, mentre altri accolgono con favore l’attenzione al valore umano nelle produzioni. In definitiva, si tratta di una svolta che regola l’uso dell’AI, che può assistere, ma non sostituire la creatività umana.