È morto mercoledì 1° ottobre Stefano Trumpy, 79 anni, livornese, tra i protagonisti dell’arrivo di Internet nel nostro Paese.
Classe 1945, nato ad Arsiè (Belluno), Trumpy ha legato il suo nome alla storia scientifica italiana per aver contribuito in modo decisivo al primo collegamento nazionale alla rete, in un’epoca in cui la parola “Internet” era sconosciuta ai più.
Laureato in Ingegneria meccanica all’Università di Pisa, ha lavorato per decenni al Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), in particolare al Cnuce, uno dei primi centri italiani dedicati all’informatica, di cui fu direttore dal 1983 al 1996.
Tra i suoi primi progetti il satellite Sirio, lanciato nel 1977, banco di prova per le comunicazioni digitali via satellite. Negli stessi anni trascorse due anni al Nasa Goddard Space Flight Center a Washington, dove partecipò alle sperimentazioni che anticiparono le tecnologie su cui si sarebbe poi basata la rete globale.
Il 30 aprile 1986, dal Cnuce di Pisa, l’Italia si collegò ufficialmente ad Arpanet, la rete che avrebbe dato origine a Internet. Trumpy fu tra i protagonisti di quell’impresa, insieme ad Antonio Blasco Bonito e Luciano Lenzini. Quel giorno l’Italia divenne il quarto Paese europeo connesso, dopo Norvegia, Regno Unito e Germania.
Negli anni successivi Trumpy fu il primo direttore del Registro dei domini “.it”, rappresentò l’Italia presso l’Internet Society (Isoc) e l’Icann, e nel 2009 divenne rappresentante del Governo italiano per la Governance di Internet alle Nazioni Unite.
Convinto sostenitore di una rete aperta e accessibile, si è battuto per una visione di Internet come bene comune. Dal 2015 al 2016 è stato Digital Champion del Comune di Livorno, promuovendo la cultura digitale nella sua città.
«Se l’Italia è parte del mondo connesso, lo dobbiamo anche a chi — come Stefano — ha creduto in questa rivoluzione quando era ancora tutta da costruire», ricordano i figli Valeria e Giorgio e il fratello Giovanni.
Stefano Trumpy lascia un’eredità che continua a vivere in ogni connessione, in ogni clic.
Nicoletta Biglietti
(Redazione)