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Una recensione: “La notte delle ninfee. Come si malgoverna un’epidemia”

Paolo Musso recensisce per noi l'ultimo libro di Luca Ricolfi, per capire «cosa è successo davvero con il Covid»

Di Paolo Musso (Università degli Studi dell'Insubria) 14/06/2021

Se volete capire cosa è successo davvero con il Covid, questo libro proprio non ve lo potete perdere: in esso, infatti, Luca Ricolfi, il più grande sociologo italiano, fa finalmente chiarezza a modo suo, cioè basandosi sui numeri anziché sulle chiacchiere e, soprattutto, usandoli nel modo giusto, cosa che non fa quasi nessuno.

Anzitutto, infatti, quasi sempre ci si basa sul numero dei contagi, che però significa poco, dipendendo dalle dimensioni del Paese e dal numero di test effettuati. Invece, il dato davvero importante è il numero di morti in rapporto alla popolazione: e se guardiamo ad esso scopriamo che i Paesi messi peggio di tutti, perfino peggio del Terzo Mondo, sono proprio i più ricchi e più avanzati del mondo e tra essi quello messo peggio in assoluto è proprio l’Italia.

Evidentemente ciò si spiega solo se sono stati commessi molti e gravi errori, sia dai nostri governi che dalla OMS: e infatti è così. L’errore di fondo è stato non aver compreso «l’aritmetica dell’epidemia», che è «semplicissima», ma «tremendamente controintuitiva» (p. 17): infatti, «la legge fondamentale dell’epidemia è una sola: se vuoi fare qualcosa, più tardi lo fai più costerà caro a tutti» (p. 21). Invece, da noi è stato fatto esattamente il contrario, “inseguendo” sempre il virus anziché “anticiparlo”.

Anche la stessa terminologia usata è ingannevole: per esempio, il termine “ondata” dà l’idea che si tratti di un fenomeno naturale indipendente da noi, come uno tsunami, dove non possiamo impedire alle ondate di colpirci, ma solo adattarci ad esse cercando di limitare i danni. Ma in realtà “ondata” significa semplicemente “aumento dei contagi” e non è la causa, bensì la conseguenza delle nostre scelte. E infatti in molti paesi la “seconda ondata” non c’è mai stata e in un numero ancor maggiore non c’era stata nemmeno la prima, che ha colpito praticamente soltanto l’Europa occidentale e gli Stati Uniti (che comunque hanno sempre avuto molti meno morti per abitante di noi, anche quando c’era Trump).

È completamente falso, infatti, che tutto il mondo sia nella nostra situazione: non solo la Cina, ma anche molti Paesi democratici, applicando il principio enunciato da Ricolfi, hanno contenuto o addirittura azzerato il virus già da mesi e alcuni, ovvero i Paesi avanzati dell’Estremo Oriente e dell’Oceania, soprattutto Taiwan, Australia e Nuova Zelanda, sono già da mesi tornati alla vita normale, con poche centinaia di morti in tutto e con danni molto limitati anche per l’economia. Infatti è falsa anche l’idea che si debba trovare un compromesso tra le esigenze opposte della salute e dell’economia, perché in realtà non sono affatto opposte: ciò che fa bene all’una fa bene anche all’altra e viceversa.

Perfino le inadeguate misure messe in atto dal nostro governo, se solo fossero state adottate un po’ prima e nell’ordine giusto (prima le più dure e dopo le più leggere), avrebbero potuto evitare, come dimostra Ricolfi, ben l’85% dei contagi e quindi dei morti, consentendoci una vita “quasi normale”. In definitiva, quindi, ciò che è accaduto non è stato dovuto né a una fatalità né al fatto (nell’insieme, tra l’altro, assolutamente falso) che la gente non rispetterebbe le regole, ma al fatto che sono le regole a essere drammaticamente sbagliate. E se non capiremo i nostri errori continueremo a ripeterli.